Mancano pochi giorni al 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e il Salone Nazionale dello Studente e dell’Educazione Finanziaria, l’evento di orientamento alle scelte post diploma organizzato da Campus in Fiera di Roma, fino al 20 novembre, declina il tema sotto forma di violenza economica. Il convegno «A conti pari: Educazione finanziaria e parità di genere» ha puntato i riflettori sui concetti di consapevolezza, autonomia e libertà e sul fatto, forse poco tenuto in considerazione, soprattutto tra i giovani, che la violenza possa avere anche un riscontro economico.
La violenza economica: forme e campanelli d’allarme
«La violenza di genere può assumere diverse forme, anche subdole», ha esordito Maurizia Quattrone, vicequestore dell’Ufficio Comunicazione Istituzionale della Polizia di Stato. «I campanelli d’allarme che devono far scattare la soglia d’attenzione sono le richieste continue di localizzazione (dove sei?), la limitazione delle persone da frequentare, la discontinuità emotiva e la violenza economica, che può arrivare alla negazione del diritto al lavoro».
L’impegno della Polizia di Stato e il Reddito di Libertà
La Polizia di Stato è molto attiva nel contrasto di queste forme di violenze con varie iniziative, tra cui la campagna «Questo non è amore», realizzata dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, nella quale poliziotti, formati appositamente, incontrano ragazze e donne nelle piazze a bordo di un camper e in sale d’ascolto protette. Il vicequestore ha poi ricordato alla platea di giovanissimi che esistono iniziative a favore delle vittime di violenza, come il Reddito di Libertà, un contributo economico che può aiutarle a uscire dalla difficoltà.
Il gender gap finanziario e l’impegno del Ministero
«Troppo spesso le donne lasciano la gestione finanziaria delle proprie risorse a un uomo, che sia il marito, il fidanzato, il fratello», ha sottolineato Andrea Catizone, consigliere per l’orientamento del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. «Ed è inaccettabile perché le donne sono parte integrante del mondo del lavoro. Come ministero ci prendiamo l’impegno di lavorare ancora di più sull’educazione finanziaria, inserendola, come percorso trasversale, in tutte le attività di cui ci occupiamo».
Che ci sia un gender gap di consapevolezza finanziaria a sfavore delle donne è confermato dal Rapporto Edufin Index 2025, presentato pochi giorni fa, che segnala un divario tra uomini e donne di 5 punti, invariato rispetto allo scorso anno.
«Le donne, a parità di lavoro e di qualifica, guadagnano meno degli uomini», ha rimarcato Catizone, «una situazione che va contro i principi sanciti dalla Costituzione e contro la normativa sulla certificazione della parità di genere. La direttiva europea sulla trasparenza salariale, che dovrà essere recepita entro giugno 2026 dagli Stati membri, sarà un passo avanti importante sulla via della parità di retribuzione». A tutto questo si aggancia il tema del convegno, l’educazione finanziaria, che porta consapevolezza e, con essa, libertà.
Trasparenza salariale e il concetto di consenso
«Le giovani generazioni sono molto attente al concetto di libertà», ha ripreso Catizone, introducendo l’argomento della violenza sessuale, fondamentale per un pubblico di ragazzi e ragazze. Il 12 novembre è stato approvato, all’unanimità, dalla Commissione Giustizia della Camera il testo dell’emendamento della proposta di legge in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso, che introduce il concetto di «consenso libero e attuale». «Libero perché la donna deve averlo costruito liberamente, senza costrizioni», ha spiegato Catizone, «e attuale perché deve sussistere sempre, in ogni momento dell’atto sessuale».
La scarsa consapevolezza finanziaria degli italiani
Di Edufin Index ha parlato più diffusamente Alessandra Grimoldi, responsabile Communication & Content Marketing di Alleanza Assicurazioni, tra i promotori del Rapporto, che ha sottolineato come gli italiani abbiano, in Europa, la maggiore propensione al risparmio, ma poca consapevolezza finanziaria: in un range da 0 a 100, dove 60 è la sufficienza, gli italiani si posizionano a 56 (54 le donne, 59 gli uomini), il 10% della popolazione è sotto il 40 e i gap sono sia di genere, sia generazionali (più bassi i giovani) e geografici (meglio al Nord). «Il Pension Index, che rivela la conoscenza dei sistemi pensionistici e la propensione alla previdenza, è ancora più basso, 48 su 100», rivela Grimoldi, incitando i giovani in platea a organizzarsi per tempo sulle scelte pensionistiche, «perché le risorse potrebbero terminare».
Progetto Rispetto e il docufilm Io sono Giulia
Il convegno si è chiuso, tornando circolarmente al 25 novembre, quando sarà presentato il docufilm «Io sono Giulia», realizzato nell’ambito di Progetto Rispetto, l’iniziativa congiunta di Fondazione Conad ETS e Polizia di Stato, contro la violenza di genere. «Il progetto è nato per fornire a docenti, famiglie, studenti e studentesse materiali didattici capaci di stimolare una riflessione consapevole su concetti fondamentali come parità e consenso, attraverso un portale informativo con materiali approvati da Polizia di Stato, e anche attraverso incontri nelle scuole», ha concluso Stella Brambilla, Project Manager di Fondazione Conad. (riproduzione riservata)
Dal sito www.italiaoggi.it