Una nuova webapp per ridurre il mismatch tra formazione e lavoro e il sostegno, sempre più convinto, alla filiera tecnico–professionale del 4+2. Queste le sfide sul tavolo dell’assessore a Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Simona Tironi, che al convegno sul 4+2, al Salone dello Studente di Milano, organizzato da Campus il 16 e 17 ottobre scorsi, ha ricordato i numeri lombardi: 52 filiere complete, più di 60mila giovani iscritti agli istituti professionali con un tasso di occupazione del 94% a sei mesi dal diploma.
La web app Lab Lab, strumento chiave per l’orientamento e il matching tra studenti e imprese, partirà a fine ottobre. In che modo contribuirà a ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Lombardia?
Lab Lab è una piattaforma che risponde a una necessità concreta: favorire l’incontro tra scuola e mondo produttivo. Attraverso strumenti digitali di orientamento e conoscenza dei fabbisogni aziendali, consente agli studenti di vistare le aziende che rispondo ai propri sogni. È un punto di contatto tra azienda e studente. È un passo decisivo per ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro e rendere l’orientamento più mirato e personalizzato.
Quali sono i principali elementi di utilizzo della app? Avete già riscontri positivi da scuole e aziende?
Sono già oltre 1.000 le aziende che hanno aderito a Lab Lab, a testimonianza dell’interesse e della fiducia del mondo produttivo verso questo strumento. Ora è il momento delle scuole: è fondamentale che anche gli insegnanti credano nel progetto e ne colgano le potenzialità educative e orientative. L’attivazione del profilo dello studente rappresenta un passaggio importante, che richiede un impegno concreto da parte dei docenti. Gli studenti delle scuole superiori possono candidarsi per partecipare alle Job Experience, un’opportunità concreta per conoscere da vicino il mondo del lavoro e mettere alla prova le proprie competenze. Le visite alle aziende, inoltre, si inseriscono in un quadro di forte partnership con gli ITS, rafforzando il legame tra formazione e sistema produttivo. Le scuole e le famiglie stanno rispondendo con entusiasmo, riconoscendone il valore educativo, mentre molte realtà produttive hanno già aderito, consapevoli del ruolo che possono svolgere nel formare le nuove generazioni. È un progetto semplice ma rivoluzionario.
Gli ITS Academy rappresentano un pilastro della formazione terziaria professionalizzante. Qual è la strategia della Regione per potenziarli ulteriormente?
Gli ITS Academy sono una delle eccellenze del sistema formativo lombardo: uniscono teoria e pratica, formazione e impresa, occupabilità e sviluppo del territorio. Regione Lombardia ha colto da tempo il loro valore e continua a investirvi con convinzione (10 milioni regionali nel 2024, oltre 120 milioni dal PNRR e 11 milioni per potenziare le infrastrutture) per renderli sempre più attrattivi e coerenti con i fabbisogni del sistema produttivo. Nel 2025 sono attivi 27 ITS Academy, con 208 corsi e oltre 8.300 studenti. L’89% dei diplomati trova lavoro entro un anno dal titolo, nel 93,8% dei casi in coerenza con il percorso di studi. Risultati che testimoniano l’efficacia di una formazione costruita insieme a imprese, università e cluster tecnologici.
Come viene allineata l’offerta formativa 4+2 ai settori strategici lombardi e come si garantisce l’aggiornamento dei percorsi?
La filiera 4+2, che unisce istruzione tecnica e ITS, è pensata per formare competenze aderenti alle esigenze dei settori chiave: manifatturiero avanzato, moda e design, agroalimentare, logistica e tecnologie digitali. La Lombardia ha sempre fatto della formazione tecnica e professionale un pilastro della propria competitività. Il modello delle filiere 4+2, che integra i percorsi quadriennali di istruzione e formazione con i corsi ITS Academy, rappresenta una risposta concreta alla domanda di competenze qualificate, immediatamente spendibili nel mondo del lavoro e capaci di sostenere l’innovazione nelle imprese. Regione Lombardia aggiorna costantemente i percorsi per mantenerli coerenti con l’evoluzione dei profili professionali richiesti.
Quali progetti state portando avanti per supportare la digitalizzazione delle scuole e la formazione dei docenti?
L’intelligenza artificiale, se usata in modo consapevole, può rendere più efficace il lavoro degli insegnanti, migliorare le lezioni e aumentare il coinvolgimento degli studenti. Regione Lombardia promuove un approccio non solo tecnologico, ma anche umanistico e organizzativo: l’IA deve essere uno strumento al servizio dei giovani, non il fine del processo educativo. Abbiamo istituito un board di esperti per definire linee guida etiche sull’uso dell’IA e messo a disposizione moduli formativi gratuiti, già scaricati da oltre 6.000 docenti. Inoltre, più di 2.500 insegnanti della filiera IeFP e ITS hanno richiesto licenze per sperimentazioni didattiche basate sull’IA. È la dimostrazione di una forte domanda di innovazione, che Regione Lombardia accompagna con l’obiettivo di costruire un modello educativo capace di integrare tecnologia, competenze e valori umani.
Oltre all’orientamento e all’innovazione digitale, su quali altre aree si concentra la Regione per migliorare la qualità dell’offerta formativa?
Il modello lombardo si fonda su tre pilastri: centralità della persona, valorizzazione delle competenze e governance multilivello tra formazione, università, imprese e Terzo Settore. Al centro vi è la libertà di scelta formativa e professionale, accompagnata da un orientamento continuo lungo tutto l’arco della vita. Le competenze rappresentano la leva dello sviluppo, perché rafforzano l’occupabilità e sostengono l’innovazione. Grazie a questo approccio, Regione Lombardia ha costruito un sistema formativo solido, capace di rispondere ai fabbisogni reali del mercato e di contribuire alla competitività europea. Particolare attenzione è rivolta ai giovani più fragili e ai NEET, che in regione rappresentano circa il 10% dei 15-29enni: una quota inferiore alla media nazionale, ma che richiede azioni mirate di prevenzione e inclusione.
Quali misure avete adottato per contrastare la dispersione scolastica?
Il contrasto alla dispersione e all’inattività giovanile è una priorità. Regione Lombardia ha introdotto percorsi personalizzati, servizi di orientamento e supporto educativo, coinvolgendo scuole, università e ITS in un protocollo condiviso. Grazie ai fondi PNRR, sono stati finanziati programmi di reinserimento per giovani tra i 15 e i 25 anni, con oltre 1.200 studenti coinvolti, e stanziati 8,8 milioni di euro per quasi 5.000 ragazzi a rischio esclusione. Con il programma GOL, più di 46.000 giovani under 35 sono stati presi in carico e oltre 10.000 hanno completato un percorso formativo, di cui 5.000 in ambito digitale. Inoltre, insieme a Fondazione Cariplo abbiamo aperto un bando da 50 milioni di euro con Intesa Sanpaolo, chiamato ZeroNeet, per prevenire l’abbandono e offrire nuove opportunità di formazione e lavoro.
Il costo della formazione può essere un ostacolo. Quali strumenti di sostegno economico offrite alle famiglie?
Il diritto allo studio è una priorità per Regione Lombardia. Per questo abbiamo stanziato oltre 29 milioni di euro per la Dote Scuola, misura che garantisce libertà di scelta formativa e sostegno concreto alle famiglie lombarde. La misura si articola in quattro componenti: Buono Scuola (12,7 milioni) per le rette delle scuole paritarie; Sostegno Disabili (8,5 milioni) per l’inclusione degli studenti con disabilità; Materiale Didattico (7 milioni) per le famiglie con ISEE fino a 15.748 euro; e Merito (910 mila euro) per valorizzare i risultati eccellenti. A ciò si aggiungono contributi alle scuole dell’infanzia paritarie non comunali, con 12 milioni di euro nel 2025 e 10 milioni nel 2026. L’obiettivo è assicurare pari opportunità educative e valorizzare i talenti dei nostri giovani, sostenendo un sistema formativo inclusivo e di qualità per tutto il territorio lombardo.
Come funziona la collaborazione tra Regione, USR e istituzioni scolastiche?
Il rapporto è costante e basato sulla condivisione di obiettivi. Regione, Ufficio Scolastico Regionale e istituzioni scolastiche lavorano in sinergia per costruire politiche educative coerenti, valorizzare le buone pratiche e rispondere ai bisogni dei territori. È una governance multilivello che ci consente di agire in modo efficace e coordinato.
Come preparate i giovani alle sfide del mercato del lavoro dei prossimi 5-10 anni?
Regione Lombardia investe in un modello formativo capace di anticipare le trasformazioni del mercato del lavoro e accompagnare i giovani lungo tutto il percorso di crescita. L’obiettivo è integrare formazione, lavoro, orientamento e welfare, costruendo percorsi flessibili e inclusivi che uniscano competenze tecniche e umane. La priorità è sviluppare competenze digitali, green e legate all’intelligenza artificiale, insieme a capacità trasversali come pensiero critico. Per questo, stiamo rafforzando la collaborazione tra istituzioni, imprese, università e società civile, creando un sistema formativo connesso alle esigenze dei territori. Vogliamo trasformare le transizioni digitale, verde e demografica in opportunità di crescita, innovazione e benessere. La formazione è e sarà la leva principale della competitività della Lombardia.
Qual è la sfida più grande per il sistema scolastico lombardo oggi?
La sfida più grande è tenere insieme eccellenza e inclusione. Dobbiamo continuare a garantire un’offerta formativa di qualità, capace di sostenere l’innovazione e la competitività, ma anche di accompagnare ogni studente, valorizzando i talenti e prevenendo le fragilità. Regione Lombardia sta costruendo un sistema educativo aperto, flessibile e connesso al territorio, in cui scuola, formazione e imprese collaborano per creare opportunità concrete. L’obiettivo è che ogni giovane trovi il proprio percorso, sia pronto alle sfide del futuro e possa contribuire, con competenze e consapevolezza, allo sviluppo del nostro territorio.