Inaugurata in forma sperimentale durante l’anno scolastico 2024/2025, la riduzione di un anno di scuola secondaria di secondo grado, per creare maggiore continuità con un successivo diploma terziario di ITS Academy, sta riscontrando un interesse crescente.
Con la formula del 4+2 lo studente, dopo la terza media, si iscrive a un quadriennio di scuola superiore tecnico-professionale coerente con i percorsi degli ITS Academy fra i quali intende specializzarsi. Scelta che non esclude di optare, dopo il quadriennio, per un’immatricolazione a un’università.
I percorsi della filiera formativa tecnologico-professionale 4+2 sono pensati in sinergia con territori, imprese, professioni in funzione delle 10 aree tecnologiche degli ITS, e promuovono la diffusione di cultura scientifica, innovazione tecnologica e sostenibilità. Didattica laboratoriale e formazione on the job sono un cambio di paradigma per il rilancio dell’istruzione tecnica.
In un mondo sempre più orientato alla tecnologia e all’innovazione, la sperimentazione modifica il modello tradizionale con un nuovo approccio volto a garantire agli studenti l’acquisizione di competenze trasversali e tecnico-professionali altamente specializzate.
Il primo anno di sperimentazione ha coinvolto 170 classi di 129 scuole con 3.000 studenti. I percorsi didattici sono cresciuti del 210%, da 224 a 628, le scuole autorizzate da 180 a 396. Per il 2025/2026 le iscrizioni online sono oltre 5.500 al primo anno, contro le 1.669 di un anno fa, tanto che sarà interessante, dall’autunno, monitorare la progressione e gli indici di gradimento di questa nuova formula.
“A settembre 2025 ci aspettiamo di superare ampiamente i 6.000 nuovi iscritti”, ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Sulla piattaforma unica del Ministero di Istruzione e Merito si trovano tutti i percorsi didattici, www.mim.gov.it, e il Decreto ministeriale con l’ultima rettifica del 20 gennaio 2025, n. 211.
Gli indirizzi di studio rimangono quelli già previsti dagli ordinamenti scolastici ma con la possibilità di strutturare i piani di studi con più flessibilità didattica e organizzativa, in base alle esigenze di ogni territorio.
Per ora gli istituti aderenti sono per il 31,3% istituti tecnici, il 12,7% sono professionali mentre ben il 56% sono licei. E in proposito, il Liceo del Made in Italy fa segnare un +10% rispetto all’anno precedente.