Nasce l’Italian Perfumery Institute. Corsi per creare “nasi di professione”. Ne parliamo con Giuseppe Nardiello, presidente della Fondazione ITS per le Nuove Tecnologie della Vita

Nuove prospettive professionali per giovani creativi. In un campo, quello della profumeria che vede l’Italia, forte della sua grande tradizione, contendersi il mercato insieme alla Francia. Ha preso il via il corso di profumeria Fragrance Evaluator & Marketing Specialist dell’Italian Perfumery Institute, promosso da Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita.
Campus Magazine ne parla con Giuseppe Nardiello, presidente della Fondazione.

 

Presidente Nardiello, l’Italian Perfumery Institute è una nuova realtà?
Esatto, quello che è appena partito è il primo corso IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) di profumeria dal titolo Fragrance Evaluator & Marketing Specialist dell’Italian Perfumery Institute, realtà appena nata, promossa da Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita, in partnership con Esxence – The Art Perfumery Event e CFF, Fragrance House leader in Italia, con l’intento di offrire percorsi di conoscenza, studio e approfondimento che valorizzino la storia e la realtà della grande tradizione della Profumeria italiana
Come mai l’idea di creare un nuovo corso dedicato al mondo del profumo?
In questi ultimi anni si è assistito a un grande ritorno dell’importanza e dell’uso del senso dell’olfatto e le persone hanno riscoperto il suo ruolo fondamentale nella quotidianità del benessere individuale. È stato registrato non solo un aumento dell’uso del profumo, capace di offrire evasione ed emozione, ma anche lo sviluppo della voglia di sperimentare nuove essenze, originali fragranze e ricercate materie prime in grado di far sognare Paesi lontani. Data la crescente importanza del senso dell’olfatto, la grande richiesta da parte di aziende del settore e la forte expertise maturata in questi dodici anni con Esxence – The Art Perfumery Event, l’evento di riferimento a livello internazionale della profumeria artistica abbiamo pensato di creare la prima Scuola di Alta Formazione della Profumeria italiana. Con questa Scuola intendiamo mettere a disposizione del Paese un percorso di studi qualificato che possa valorizzare la storia del profumo tout court e formare le nuove generazioni su un tema divenuto sempre più richiesto e attuale.
Presidente, quali sono le caratteristiche professionali della figura che uscirà dal corso e quali saranno gli sbocchi professionali previsti?
Il corso di Fragrance Evaluator & Marketing Specialist quest’anno si svolge presso la Fondazione Cova di Milano. Diurno, gratuito e a frequenza obbligatoria è riservato a candidati in possesso di un diploma di Istruzione secondaria superiore o professionale residenti o domiciliati in Lombardia. Adatto a diverse fasce di età e di interesse, mira a formare figure professionali qualificate da inserire nel mondo del lavoro attraverso percorsi di stage e il coinvolgimento diretto di importanti aziende del settore. Al termine del corso verrà rilasciato un Certificato di Specializzazione Tecnica Superiore, pari al IV livello EQF, spendibile nel mercato del lavoro italiano ed europeo che permette l’accesso ai percorsi ITS. Il percorso si compone di due parti, una teorica in aula (550 ore) e una pratica (450 ore) presso le aziende. Quest’anno la classe è formata da 21 studenti e il corpo docente è composto da più di 20 professionisti del settore con maturata esperienza nel campo della profumeria. Gli insegnamenti spaziano dalla storia e cultura del Profumo, all’analisi sensoriale, dalla chimica delle materie prime, all’analisi del mercato fino alla sostenibilità di tutta la filiera (dalle materie prime al packaging). Le competenze acquisite con il corso permetteranno agli studenti di valutare percorsi professionali differenti all’interno di case essenziere e non solo. Potranno lavorare come consulenti per brand e aziende del settore, nelle vendite, nello sviluppo prodotto, nella comunicazione e nel marketing. Avranno inoltre le conoscenze di base per avviare attività imprenditoriali nel mondo della profumeria.
Gli ITS rappresentano l’anello di congiunzione più innovativo tra mondo della formazione e mercato del lavoro, andando a formare professionisti esplicitamente richiesti da realtà aziendali. È così anche per questo corso? Quali sono le aziende che hanno partecipato alla gestazione del progetto?
Assolutamente sì. Lo studio preliminare svolto dal nostro partner Equipe International prima di avviare il corso è stato effettuato analizzando le necessità del mercato e della filiera del mondo del profumo e del beauty. Tra i partner di questo progetto possiamo citare CFF , casa essenziera italiana e internazionale, dove sono presenti figure professionali proprio come quella che andremo a formare: Fragrance evaluators, tecnici di laboratorio, figure commerciali con un background completo nel mondo del profumo, esperti nell’ambito della formazione olfattiva, profili che lavoreranno allo sviluppo di nuovi prodotti e nel mondo della comunicazione con un  focus specifico rivolto alla profumeria e al beauty. Stiamo ricevendo molte richieste dalle aziende per far parte di questo progetto e poter incontrare gli studenti.
Lei è presidente della Fondazione ITS per le Nuove Tecnologie della Vita. Che bilancio trae dell’esperienza ITS in Italia? A che punto siamo per metterci sulla strada delle ottime performance europee di tali corsi di formazione?
Bilancio positivissimo. Avvertivamo un forte mismatch tra il mondo del lavoro e la scuola, due mondi con linguaggi diversi che dovevano rendersi reciprocamente comprensibili. Gli ITS ricompongono questa frattura proponendo un nuovo modo di erogare formazione. Un percorso post-diploma co-progettato con le imprese, con docenti per la gran parte provenienti dal mondo del lavoro e con un consistente tirocinio, oltre ad esperienze di laboratorio che consentono di fornire ad ogni studente un vero passe-partout per il lavoro. Oltre l’88% dei diplomati trova lavoro e nel 92% dei casi in un’area coerente con il percorso di studio. L’ITS per le Nuove Tecnologie della Vita che presiedo rappresenta, in sintesi, un segmento di altissima qualità che coniuga l’offerta formativa con l’occupabilità, una valida risposta alla necessità di colmare l’assenza di un canale di istruzione terziaria non universitaria rendendo strutturale quel livello di formazione tecnico professionale che ha una lunga tradizione in altri paesi europei. A poco più di 12 anni dalla costituzione l’ITS dimostra la sua piena efficacia e, con la disponibilità di risorse derivanti dal PNRR, potrà beneficiare di una stabilità progettuale che consentirà di renderlo più conosciuto e più attrattivo per studentesse/studenti e per le loro famiglie.
La riforma che recentemente ha interessato gli ITS ha rispecchiato le vostre aspettative?
Si, ritengo che la riforma, garantendo una stabilità progettuale e istituendo un apposito fondo, consentirà agli ITS di assolvere in continuità un triplice compito. A favore delle aziende: fornire giovani selezionati, qualificati con elevate competenze tecniche professionali in risposta ai fabbisogni occupazionali. A favore degli studenti: dare loro opportunità concrete di lavoro e di crescita professionale. A favore delle famiglie: migliorare la percezione dell’importanza del titolo ITS e contribuire a quel processo culturale di valorizzazione della formazione tecnica superiore. Devo, però, sottolineare che l’attenzione si sposta dalla legge ai decreti attuativi necessari per dare attuazione alla riforma stessa. Sono ben 17 i Decreti che devono essere predisposti e solo con la loro pubblicazione si potrà rendere il sistema terziario professionalizzante più attrattivo e che risponda alle esigenze del tessuto produttivo dei territori e delle nuove prospettive del mondo del lavoro e dell’economia.
Qual è il futuro degli ITS in Italia??
Diventare una realtà in grado di supportare la competitività del sistema imprenditoriale tramite percorsi educativi aderenti alle esigenze dei territori, alle richieste del mondo produttivo e del mercato del lavoro. Il futuro degli ITS si giocherà, soprattutto, sulla capacità di innalzare la fiducia del titolo ITS per le famiglie, tramite idonee attività di promozione e orientamento, affinché sempre più studentesse e  studenti si iscrivano, con la consapevolezza che acquisiranno un titolo dotato di una dignità autonoma rispetto ad altri percorsi, in grado di fornire competenze di successo, che sostengono l’empowerment dell’individuo con capacità di rielaborazione cognitiva tale da consentire l’efficacia delle prestazioni in situazioni diverse e rispondere efficacemente alla domanda occupazionale.
Per informazioni:
www.fondazionebiotecnologie.it/corsi/fragrance-evaluator/
www.italianperfumeryinstitute.com

 

Di Sabrina Miglio