IMPARATE IL DIGITALE IN TUTTE LE SUE CONIUGAZIONI. È IL FUTURO DI OGNI ATTIVITÀ: LAVORATIVA, LUDICA, SCIENTIFICA E LETTERARIA

Carmine Marinucci, presidente di #DiCultHer, spiega le iniziative che l’associazione propone a scuole e studenti per non limitarsi allo studio teorico ma allenarsi in concreto alla tecnologia che oggi riguarda anche le professioni più tradizionali
“Un secolo fa, durante la Grande Depressione degli anni Trenta”, spiega l’Associazione internazionale #DiCultHer nell’incipit della sua presentazione (www.diculther.it),  “ai giovani si chiedeva di costruire con pale e picconi le strade e i ponti per ricongiungere la vita sociale e professionale dell’epoca. Oggi, con la crisi della produzione materiale e il ritorno della guerra nel cuore dell’Europa, alle nuove generazioni si chiede di costruire ponti e autostrade virtuali, per ricostruire in modo digitale e tecnologico le reti della vita moderna.
È per aiutarli in questo compito che è nata l’associazione internazionale per la promozione della cultura digitale #DiCultHer. E poiché è rivolta principalmente a professori e studenti, Campus Magazine ha voluto approfondire la sua realtà intervistandone il presidente, Carmine Marinucci.
Professore, anzitutto perché avete creato questa associazione?
Nel 2015, con l’avvento di una tecnologia sempre più complessa, cominciavano a scarseggiare professionalità digitalizzate nei settori più tradizionali della cultura: bibliotecari, curatori museali, archivisti. Tutti ruoli che gestiscono patrimoni culturali importanti, dove la dimensione digitale è diventata sempre più rilevante. Per questa ragione, con molte Università, Enti di ricerca e fondazioni/istituti culturali ed alcune associazioni di categoria, da sette anni a questa parte abbiamo provato a offrire un contributo alla discussione in atto in Italia e in Europa per accrescere le conoscenze tecnologiche collettive, rivolgendoci al target più interessato ai mutamenti del progresso: i giovani. Sia per far loro comprendere il ruolo che il digitale avrà nelle loro professioni e nel loro futuro, sia per gestire fenomeni sociali inerenti e inediti come cyberbullismo e fake news.
Che cosa avete organizzato con le scuole?
Iniziative per stimolare la creatività dei ragazzi i quali, supportati dai loro docenti, sono stati guidati a realizzare prodotti digitali concreti che, col tempo, sono diventati parte integrante della loro attività scolastica. A Catania, per esempio, un paio di scuole hanno realizzato stampe in 3D; l’Istituto tecnico Pertini di Crotone ha elaborato uno stemma per il proprio istituto; alcune scuole della provincia di Teramo nel progetto “Abruzzo infabula” che hanno rivisitato su Instagram (https://www.instagram.com/abruzzoinfabula/) le favole dei loro nonni, restituendole in chiave moderna con personaggi contemporanei. .Altre ancora si sono dedicate al filo conduttore “Itinerari di bellezza” con cui dovevano convincere, con video o altri prodotti digitali da loro realizzati, che i luoghi da loro illustrati erano meritevoli di essere visitati. Alcune scuole di Vicovaro, nella valle dell’Aniene vicino a Roma, si sono dedicate invece alla riscoperta delle tradizioni paniere, intervistando i mastri panettieri, filmandoli, montando i clip girati e infine cuocendo insieme anche il pane, invitando le famiglie a mangiarlo con loro. Insomma, proponiamo progetti per rendere i giovani da un lato protagonisti della tecnologia, dall’altro continuatori delle culture e delle storie locali attraverso i nuovi strumenti consentiti dai media. Ogni anno, al termine dei loro lavori, organizziamo una rassegna dei prodotti digitali realizzati dalle scuole italiane per dare loro voce e attenzione, di cui per l’edizione 2022 è possibile “navigare” all’indirizzo https://www.diculther.it/quarta-rassegna-online-dei-prodotti-realizzati-sui-temi-del-digital-cultural-heritage-dalle-scuole-italiane-raffaello-de-ruggieri/ dove è possibile trovare le presentazioni dei progetti sopra accennati.
Ci sono discipline più coinvolte di altre nei progetti che proponete?
Lavoriamo su tutti i settori del sapere, dalla geografia all’informatica, cercando di stimolare punti di vista anche inediti. Per esempio, sull’immagine della panchina rossa, (https://www.diculther.it/sfida-n-11-la-panchina-rossa/)  simbolo della violenza sulle donne, non chiediamo ai ragazzi di limitarsi soltanto all’informazione del fenomeno ma li sollecitiamo a formulare soluzioni pratiche per attenuarlo.
Nell’ambito letterario siete passati dall’iper-testo… all’iper-scrittore
Abbiamo cercato di introdurre la dimensione collettiva anche nella realizzazione di racconti. Con il progetto “Mille mani per una storia” abbiamo chiesto a studenti suddivisi in tre team di scrittori, possibilmente di tre scuole diverse di scrivere un romanzo collettivo. Nella prima edizione un racconto di alcuni licei di Genova, poi premiato, ha avuto ben 80 autori che hanno ambientato in piena pandemia una storia ipertestuale partendo da un prologo comune: un gruppo di amici si reca in stazione e vede cancellati i propri treni, a quel punto ciascuno studente racconta quel che ha vissuto individualmente, condividendo con tutti gli altri le proprie emozioni (www.diculther.it/rivista/allegato-1-romanzo-il-doppio-binario/). Quest’anno, invece, quattro team di studenti che probabilmente non si incontreranno mai date le distanze – Parigi, Lille, Barcellona e Libano – hanno scritto un romanzo fondato sull’Europa.
Una dimensione collettiva che al Salone dello Studente Campus Orienta sta esplorando potenzialità crescenti…
I Saloni dello Studente sono una grande opportunità non solo per le iscrizioni universitarie ma anche per affrontare tutti gli ambiti della vita di un giovane. Dalle scelte di lavoro alla condivisione di esperienze con coetanei di diverse provenienze. In questi eventi si crea una situazione collettiva che abitualmente si trova ormai solo con la tecnologia e sui social. Conoscenze digitali che, fra l’altro, sono necessarie anche in qualunque ambito professionale.
I docenti sono sensibili a iniziative che si presentano come digitali e collettive insieme?
Sempre di più. Ovviamente serve trovare docenti recettivi e disponibili. Ma debbo dire che il loro numero sta vistosamente crescendo. Anche perché in queste attività hanno un ruolo di conduzione e coordinamento delle loro classi, che può essere considerato parte integrante dell’attività didattica: si tratta pur sempre di momenti scolastici, non di occasioni ludiche fini a sé stesse. In questo senso le varie Sfide che costituiscono #HackCultura, l’Hackathon delle studentesse e degli studenti per lo sviluppo della Cultura digitale e la “titolarità culturale, rappresentano dei veri e propri laboratori scolastici di creatività. La pandemia ha consentito a moltissimi docenti di rendersi conto di quanto fosse importante, in un periodo di forte isolamento forzato, offrire ai ragazzi strumenti di questo tipo.
Tra le vostre attività si contano anche pubblicazioni on-line fra cui una rivista periodica, di che cosa si tratta?
Pensiamo alle attività editoriali come luoghi di accumulo dell’esperienza e insieme di collaborazione reciproca fra scuole e istituzioni. I numeri della nostra rivista (www.diculther.it/rivista/) riportano le iniziative che organizziamo con loro, e insieme sono esse stesse spunti di stimolo per attivarne di nuove. Al Salone dello Studente di Torino il 6 e 7 ottobre prossimi, e a quello nazionale del 19/21 ottobre a Roma, presenteremo il nuovo numero dedicato all’Europa e a una visione europea del digitale e della formazione. Tanto che il sogno che vorremmo realizzare insieme a Campus è quello di organizzare un Salone capace di ospitare studenti provenienti da tutti i Paesi d’Europa.
 La vostra attività è rivolta ai giovani per aiutarli a fare meglio anche ciò che già amano nella loro vita privata e nel tempo libero: utilizzare la tecnologia e i social per comunicare. Che cosa insegnate loro esattamente?
Non forniamo know how, non siamo produttori di software. Ci interessa che i ragazzi acquisiscano un metodo di lavoro che gli serva a svolgere e a ‘consuntivare’ le loro attività creative, siano esse didattiche, professionali o ludiche, in un contesto di proposte progettuali di metodologie innovative per la promozione della Cultura digitale e la valorizzazione del patrimonio culturale – tangibile, intangibile.
Per far questo offriamo anche appuntamenti fissi: tutti i venerdì dal giorno 7 ottobre al giugno successivo, dalle ore 15,30 alle 18 circa proponiamo webinar di approfondimento gratuiti sui contenuti più disparati ma sempre vicini alla loro vita: patrimonio culturale, ecologia, ambiente, discriminazione, diversità e tanti altri. L’obiettivo è però sempre uno solo: far acquisire ai ragazzi “titolarità culturale”, di quel che realizzano con la tecnologia.
Gli studenti cosa devono fare per partecipare ai vostri incontri?
 Chi vuole seguire, iscriversi e partecipare e/o proporre argomenti da approfondire, trova le istruzioni all’indirizzo https://www.diculther.it/webinar-settimanali-ottobre-2022-maggio-2023/ . I webinar sono inoltre registrati e disponibili sul nostro canale YouTube (https://www.youtube.com/channel/UCZJvwl_ABCYk59YK1pN0bHw).
Partendo dal nostro sito internet, trovano inoltre tutta la programmazione delle attività future (https://www.diculther.it/programmazione-diculther-2022-2023/): cliccando su quelle cui sono interessati si apri un format molto semplice con cui registrare la propria scuola e iscriverla all’iniziativa. Gli studenti possono partecipare anche individualmente, ma ovviamente l’adesione collettiva della classe consente un’interazione più completa, oltre che il coordinamento di un docente, che può seguire i propri allievi anche in queste attività extra didattiche.
Quali sono le ultime novità del vostro sito web?
A breve nella rivista digitale inaugureremo una nuova rubrica sui diritti individuali. Una ragazza si occuperà di approfondire i contenuti degli articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite sui diritti dell’uomo e coniugarli sulla dimensione del diritto allo studio. Il presupposto della rubrica è l’idea che ci siano numerosi diritti scritti nelle carte costituzionali che nel concreto vengono trascurati. Il 10 dicembre, in occasione della giornata mondiale dei diritti umani (www.onuitalia.it/giornata-mondiale-dei-diritti-umani-10-dicembre/) organizziamo un’intera giornata di webinar su questi temi. Fra gli ospiti, in rappresentanza delle Paralimpiadi Milano-Cortina 2026, avremo il sindaco di Belluno e campione paralimpico Oscar De Pellegrin.
Una delle vostre iniziative punta a scrivere una sorta di storia collettiva delle scuole italiane, di cosa si tratta?
Abbiamo proposto agli studenti di raccontare la propria scuola a partire da un suo oggetto, anche semplice, ma che però è parte del suo patrimonio e della sua ‘narrazione’. Per alcuni di loro è stata una fotografia, per altri la pagella del nonno che ha frequentato due generazioni prima lo stesso istituto. Lo scopo è quello di far comprendere loro che ciascuno di noi lascia una traccia nella propria scuola. Tanto che, da qui, è nata l’idea di cominciare a realizzare anche il primo museo delle scuole italiane il cui link è oggi anche sul sito del Ministero della Cultura. (https://movio.beniculturali.it/iccu/daunoggettoraccontalatuascuola/it/29/museo-digitale-delle-scuole-italiane).
A maggio di ogni proponete invece la settimana della cultura digitale, in cosa consiste?
È una serie di attività informative, formative, didattiche e di sensibilizzazione su istruzione, valorizzazione, conservazione e gestione della produzione culturale digitale nelle quali gli studenti presentano i lavori preparati digitalmente nel corso dell’anno scolastico. Nel 2023 l’iniziativa si terrà dall’8 al 14 maggio. Attorno a questa e alle altre nostre iniziative si sono sviluppati anche gruppi di discussione: vere e proprie community di cui la tecnologia rappresenta il proscenio ma dove sono gli studenti e le classi scolastiche, con i loro lavori, gli autentici protagonisti.
La vostra attività ha ormai un respiro nazionale…
Per le prime quattro edizioni il Ministero dell’Istruzione ha diffuso una circolare in tutte le scuole italiane per informarle delle nostre iniziative. In seguito, abbiamo stilato accordi e protocolli d’intesa con uffici scolastici regionali e territoriale. Oggi abbiamo una vasta comunità di docenti che ci segue, che scrive sulle nostre pagine web e che sta crescendo gradualmente nel tempo. Tanto che in alcuni istituti le iniziative che proponiamo fanno ormai regolarmente parte dell’attività didattica e vengono messe in votazione nei collegi docenti.
E infine è arrivato anche un riconoscimento continentale e istituzionale.
La Commissione Europea ha espresso apprezzamenti sul nostro operato e il 9 maggio scorso, giorno della festa dell’Unione Europea, abbiamo avuto ospiti anche il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile del Governo Draghi, Enrico Giovannini e il sottosegretario all’Economia, Anna Ascani. Sull’Europa abbiamo in corso diverse iniziative, dalle utopie future al romanzo sull’Europa: la storia di una sorta di Erasmo dei nostri tempi. Il 9 maggio 2023 proporremo il tema Cultura Digitale come fattore di sviluppo del Paese e dell’Europa per un nuovo Bauhaus europeo. Senza dimenticare che l’Unione Europea, oltre che un contenuto importante della nostra attività, è anche uno strumento di promozione dei giovani e delle loro iniziative: per esempio ha una piattaforma multilingue che potrebbe essere utilizzata dagli studenti per ridurre ulteriormente le distanze mentali di una generazione che, ormai, ragiona davvero a livello continentale.
Testo di Ottaviano Nenti