Le materie STEM sono sempre più importanti per la decarbonizzazione, per la transizione vedere, per la crescita economica e per la competitività. Ma queste discipline vengono considerate troppo “difficili” tra i diplomati e chi sceglie un percorso di laurea scientifico si ferma al 27%, ma nonostante le donne oramai rappresentino il 56% della popolazione universitaria, all’interno del bacino Stem sono soltanto il 37%.
Mentre le competenze STEM sono sempre più importanti per affrontare le grandi sfide globali, in Italia il numero di iscritti a corsi di laurea scientifico-tecnologici (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) non cresce: in dieci anni la percentuale di immatricolati STEM è salita solo di un punto percentuale. E il gender gap non si è ancora chiuso: sul totale degli iscritti a percorsi d’istruzione terziaria (Università, Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e Istituti Tecnici Superiori) le donne STEM sono solo il 10%. È quanto emerge dal position paper “R-Evolution STEM. Le competenze tecnico-scientifiche per il futuro del lavoro”, realizzato nell’ambito dell’Osservatorio STEM e promosso da Fondazione Deloitte e dal Programma di Politiche Pubbliche di Deloitte.
Negli ultimi anni i macro-trend globali hanno reso sempre più evidente l’importanza delle competenze STEM. Ne sono consapevoli i più i giovani: per 6 su 10 le conoscenze STEM rappresenteranno una risorsa cruciale per far avanzare il progresso scientifico e tecnologico. In particolare, uno studente su tre sottolinea l’importanza delle STEM nel campo della scienza, salute e medicina (33%). Circa un intervistato su quattro – 24% degli studenti e 23% fra i giovani occupati – riconosce l’importanza delle STEM per la decarbonizzazione e la transizione verde. Il 28% degli studenti e il 26% dei giovani occupati ne sottolinea l’importanza per l’economia circolare, la riduzione nell’utilizzo delle risorse e ottimizzazione dei cicli di consumo.
Nonostante la crescente importanza delle STEM, in Italia la percentuale di studenti universitari iscritti a corsi di laurea STEM rimane stazionaria: in dieci anni (dall’anno accademico 2012-2013 al 2021-2022) la crescita di studenti STEM sul totale di studenti è stata pari a un solo punto percentuale, passando dal 26% al 27%. Oltre al dato generale fermo al 27%, rimane un forte gender gap: sul totale degli studenti solo il 10% delle donne si dedica a un percorso di istruzione terziaria STEM.
Nell’ambito dell’istruzione terziaria STEM, il 62% degli studenti proviene dal liceo scientifico, il 17% da istituti tecnici o tecnologici e, in minore misura, da istituti economici e professionali (4%) – mentre solo una quota minoritaria, il 13%, proviene da una formazione umanistica. Analizzando i singoli sottoinsiemi STEM, inoltre, emergono alcune peculiarità: gli iscritti a percorsi di istruzione terziaria in Informatica e Tecnologie ICT, ad esempio, provengono per il 47% da istituti tecnici.
Non stupisce, dunque, che fra i deterrenti che ostacolano l’avvicinamento alle STEM vi sia la percezione delle discipline STEM come difficili: un giudizio che è espresso dal 21% degli studenti e che sale al 25% quando si intervistano gli universitari non-STEM. E accanto a questa percezione delle STEM come materie complesse, rimane, come nelle passate edizioni, l’importanza della passione e dell’interesse soggettivo per la materia come criterio di scelta del percorso scolastico, sia per gli studenti (48%) sia per i giovani lavoratori (41%). A fronte di un’ampia varietà di motivazioni e criteri decisionali, il giudizio dei giovani intervistati sul proprio percorso educativo risulta prevalentemente positivo. Circa la metà degli studenti (52%) e dei giovani occupati (46%) si ritiene molto o abbastanza soddisfatta del principale corso di studi intrapreso. Inoltre, emerge la percezione di arretratezza dell’offerta formativa e dei percorsi erogati in Italia rispetto ad altri Paesi (24%).
Quali sono le motivazioni che portano alla scelta della professione dopo il diploma? Le motivazioni principali che portano a scegliere dei percorsi di studio STEM sono la passione e l’interesse personale per la materia: è così per la maggior parte degli studenti (48%) e giovani lavoratori intervistati (41%). Al tempo stesso, l’aspettativa della crescita professionale è un criterio comunque determinante per oltre un terzo degli studenti (37%) e per un quarto dei giovani occupati (26%). Nell’accesso al mondo lavorativo, le scelte professionali sono guidate in primis dall’opportunità di carriera e crescita (32%) e dalle aspettative economiche (31%).
Ormai le donne rappresentano la maggioranza della popolazione universitaria (56%). Ma all’interno del bacino STEM permane un divario di genere: in questo ambito le studentesse rappresentavano il 37% nel 2021-2022, dato rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi 10 anni.
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